Finalmente una piccola crepa nel muro delle condizioni non trattabili. Non è certo una rivoluzione copernicana, ma si intravede una piccola luce nel buio pesto dell'integralismo medievale che ammanta il nostro Paese. Certo fa specie che in Italia debba essere sempre la magistratura a picconare un sistema incancrenito dal potere costituito, che a volte ha la forma dello Stato e altre volte ha la forma, più dolce, della Chiesa.
Arriva così, da parte della Cassazione, una sentenza che ha cominciato a far parlare di sè. I genitori omosessuali possono allevare figli senza che questi subiscano ripercussioni psicologiche tali da alterarne l'equilibrio. Non è gran cosa ma è qualche cosa, un piccolo passo avanti, dicevo.
La sentenza arriva per una causa fra un uomo e sua moglie che, dopo il divorzio, ha scelto la convivenza con un'altra donna, quindi omosessuale. Il problema era l'affido della figlia nata dal matrimonio. E la magistratura ha deciso che poteva tranquillamente essere affidata alla madre con le motivazioni dette prima.
Ora è tutto un silenziare la notizia o, al peggio, dire che non ci devono essere speculazioni, ma se le parole hanno un peso, qualcuno ci deve spiegare perché i politici si intestardiscono a non autorizzare i matrimoni di coppie omosessuali e ad evitare anche solo di pronunciare la parola adozione per coppie di gay già sposati, magari all'estero, perché in Italia ancora non si parla neanche di questo.
Non credo che avremo una risposta, per ora, almeno fino a che questo sistema marcio dalle fondamenta continuerà ad esistere, però, credetemi, oggi è una grande giornata, anche solo per il fatto che ho finalmente capito che non sono io a ragionare male, ma sono loro che tentano invano di convincermi di ciò.
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